...
E sopra, a Nord, c'erano le bianche ghiaie che fasciano le montagne.
Il sole si leva dalle grandi cime, gira sopra … e tramonta dietro…
Soffia il vento alla sera, portando via un'altra giornata.
Dino
Buzzati,
Bàrnabo delle montagne - 1933
Il
progetto nasce da un dialogo immaginario con la natura, che ci sfida
a lavorare con gli strumenti che, in questi luoghi, le sono propri:
il vento, l'acqua, il ghiaccio, la gravità... e immaginiamo il
rifugio come una irregolarità del terreno nella posizione più
panoramica, che ci orienti e ci guidi nei percorsi alpini... emulare
l'acqua e il vento, scolpire i volumi di un blocco lapideo, scavarlo,
modellarlo e poi materializzarlo con la tecnologia del legno, creare
un “macigno artificiale” i cui anfratti ci siano da rifugio. Un
sasso:
un gesto elementare, una risposta semplice ad un progetto di
costruzione complessa. Il paesaggio, destinatario di tutte le parti
-dentro e fuori-, è lo scenario che in ogni momento permette ai
visitatori di sentire la loro esposizione alle forze della natura. Le
facciate inclinate ed in formato libero, sono progettate ripide o
cadenti, come se il passare del tempo o del ghiacciaio le avesse
sagomate. Un
edificio al massimo delle capacità, tecnologiche ed estetiche,
un'opera monumentale e mimetica, che si integra con il luogo,
apparentemente chiusa da fuori quanto permeabile con le sue fessure e
i suoi crepacci vetrati da dentro, che inquadrano il paesaggio in
nuove prospettive. La
scala interna, come un sentiero, si inerpica a raggiungere la vetta,
e nel percorso si apre su terrazze con viste mozzafiato.
Il
rifugio avrà gli stessi materiali della tradizione alpina locale:
basamento in sasso, struttura a telaio ligneo, scandole e lamiera per
i rivestimenti che con la patina del tempo imiteranno i colori della
montagna... e nello stesso tempo, per rivitalizzare la tradizione,
esplorare nuovi percorsi della forma, resi possibili dalla tecnica,
che ci consentano di conoscere il nuovo, incamminandoci -come
alpinisti moderni- per nuove vie, siano esse dello spirito,
dell'essere o dell'arte.
Negli
interni, il “naturale” utilizzo di pietra e legno verrà
enfatizzato
da
sobri dettagli memori della magica atmosfera del luogo,
e verrà offerto il massimo comfort grazie all'uso di tecnologie
sostenibili volte al
risparmio energetico: isolamento termico in fibre naturali minerali e
lignee, pannelli solari e fotovoltaici integrati, VMC e sonde
geotermiche.
Il
percorso di accesso al rifugio, pavimentato con doghe in legno o
pietra, può estendersi eventualmente a plateatico in prossimità
dello stesso.
Il
programma funzionale, rigorosamente rispettoso del bando, viene
distribuito su quattro livelli, mantenendo accesso separato fra
ospiti e avventori. L'organizzazione degli spazi operativi è
studiata per ottimizzare la gestione del personale. Il banco bar, che
separa i due accessi provenienti dall'atrio porticato, funge anche da
reception e servizio piatti freddi. Oltre, superato il blocco
servizi, si entra nell'ampia sala ristorante di circa 60 posti. Le
sua enorme finestrata è studiata per magnificare il profilo
orografico
del Cimon della Pala e la sua terrazza esterna, scavata nel volume,
rimane protetta dalle intemperie come un nido d'aquila.
Allo
stesso piano è posta la cucina, mentre i suoi locali accessori
-depositi, celle frigo e cantina- sono collocati nell'interrato,
collegati dalla scala di servizio o dall'ascensore per il trasporto
di oggetti pesanti. Nel livello inferiore si trovano anche
spogliatoi, lavanderia, CT e garage..
I
piani superiori, serviti dall'ascensore e distinti secondo livelli
funzionali e qualitativi, sono organizzati dalla scala che sale a
spirale acquisendo progressivamente nuovi punti di vista panoramici.
Al primo è situato l'alloggio del custode e una stanza con bagno
destinata ai dipendenti. Al secondo ci sono due stanze doppie e due
singole trasformabili in doppie. All'ultimo livello, dove la scala
sbuca sulla terrazza incassata nel tetto -solarium o osservatorio
stellare- trovano spazio due suite con arredi di pregio, saune o
bagno turco. Tutte le stanze ed i bagni sono dotati di finestre: ampi
tagli verticali che inquadrano un dettaglio del paesaggio
circostante.
RoccoZanoni © in collaborazione con arch. Walter Quaresima e arch. Roberto Franceschini
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