21/12/12

CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DI MALGA FOSSE, COMUNE DI SIROR -PASSO ROLLE- 5° CLASSIFICATO










































... E sopra, a Nord, c'erano le bianche ghiaie che fasciano le montagne. Il sole si leva dalle grandi cime, gira sopra … e tramonta dietro… Soffia il vento alla sera, portando via un'altra giornata.
Dino Buzzati, Bàrnabo delle montagne - 1933


Il progetto nasce da un dialogo immaginario con la natura, che ci sfida a lavorare con gli strumenti che, in questi luoghi, le sono propri: il vento, l'acqua, il ghiaccio, la gravità... e immaginiamo il rifugio come una irregolarità del terreno nella posizione più panoramica, che ci orienti e ci guidi nei percorsi alpini... emulare l'acqua e il vento, scolpire i volumi di un blocco lapideo, scavarlo, modellarlo e poi materializzarlo con la tecnologia del legno, creare un “macigno artificiale” i cui anfratti ci siano da rifugio. Un sasso: un gesto elementare, una risposta semplice ad un progetto di costruzione complessa. Il paesaggio, destinatario di tutte le parti -dentro e fuori-, è lo scenario che in ogni momento permette ai visitatori di sentire la loro esposizione alle forze della natura. Le facciate inclinate ed in formato libero, sono progettate ripide o cadenti, come se il passare del tempo o del ghiacciaio le avesse sagomate. Un edificio al massimo delle capacità, tecnologiche ed estetiche, un'opera monumentale e mimetica, che si integra con il luogo, apparentemente chiusa da fuori quanto permeabile con le sue fessure e i suoi crepacci vetrati da dentro, che inquadrano il paesaggio in nuove prospettive. La scala interna, come un sentiero, si inerpica a raggiungere la vetta, e nel percorso si apre su terrazze con viste mozzafiato.
Il rifugio avrà gli stessi materiali della tradizione alpina locale: basamento in sasso, struttura a telaio ligneo, scandole e lamiera per i rivestimenti che con la patina del tempo imiteranno i colori della montagna... e nello stesso tempo, per rivitalizzare la tradizione, esplorare nuovi percorsi della forma, resi possibili dalla tecnica, che ci consentano di conoscere il nuovo, incamminandoci -come alpinisti moderni- per nuove vie, siano esse dello spirito, dell'essere o dell'arte.
Negli interni, il “naturale” utilizzo di pietra e legno verrà enfatizzato da sobri dettagli memori della magica atmosfera del luogo, e verrà offerto il massimo comfort grazie all'uso di tecnologie sostenibili volte al risparmio energetico: isolamento termico in fibre naturali minerali e lignee, pannelli solari e fotovoltaici integrati, VMC e sonde geotermiche.
Il percorso di accesso al rifugio, pavimentato con doghe in legno o pietra, può estendersi eventualmente a plateatico in prossimità dello stesso.
Il programma funzionale, rigorosamente rispettoso del bando, viene distribuito su quattro livelli, mantenendo accesso separato fra ospiti e avventori. L'organizzazione degli spazi operativi è studiata per ottimizzare la gestione del personale. Il banco bar, che separa i due accessi provenienti dall'atrio porticato, funge anche da reception e servizio piatti freddi. Oltre, superato il blocco servizi, si entra nell'ampia sala ristorante di circa 60 posti. Le sua enorme finestrata è studiata per magnificare il profilo orografico del Cimon della Pala e la sua terrazza esterna, scavata nel volume, rimane protetta dalle intemperie come un nido d'aquila.
Allo stesso piano è posta la cucina, mentre i suoi locali accessori -depositi, celle frigo e cantina- sono collocati nell'interrato, collegati dalla scala di servizio o dall'ascensore per il trasporto di oggetti pesanti. Nel livello inferiore si trovano anche spogliatoi, lavanderia, CT e garage..
I piani superiori, serviti dall'ascensore e distinti secondo livelli funzionali e qualitativi, sono organizzati dalla scala che sale a spirale acquisendo progressivamente nuovi punti di vista panoramici. Al primo è situato l'alloggio del custode e una stanza con bagno destinata ai dipendenti. Al secondo ci sono due stanze doppie e due singole trasformabili in doppie. All'ultimo livello, dove la scala sbuca sulla terrazza incassata nel tetto -solarium o osservatorio stellare- trovano spazio due suite con arredi di pregio, saune o bagno turco. Tutte le stanze ed i bagni sono dotati di finestre: ampi tagli verticali che inquadrano un dettaglio del paesaggio circostante.






RoccoZanoni © in collaborazione con arch. Walter Quaresima e arch. Roberto Franceschini

































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