Lo stabile preso in considerazione, giace da anni in avanzato stato di abbandono e all'eventualità viene utilizzato come deposito.
Costruito negli anni '50, in principio ospitava la funzione di rivendita e miscelazione dei prodotti fitosanitari all'epoca gestita dalla famiglia cooperativa; con il 1980 il servizio si ridusse alla sola rivendita di agro farmaci e dopo gli anni '90 fu declassato a deposito bombole GPL e cherosene.
Questo concept di progetto punta ad un ritorno all'origine del fabbricato. E' stata considerata la presenza di castel Thun, non in relazione ai servizi che ospiterà la nuova struttura ma indirettamente alle conseguenza della crescita residenziale di Ton. Si prevede infatti che l'affluenza turistica invoglierà le giovani generazioni ad investire nella recettività e nel creare nuove attività commerciali specializzate nel settore.
Si rende necessario quindi ampliare il ragionamento per l'ipotesi di intervento, partire quindi considerando un'area più ampia, comprendendo la piazza da sempre luogo centrale e d'incontro dell'abitato.
L'edifico in concorso è situato in una zona leggermente arretrata da questa centralità; affacciato su una strada di accesso secondario al paese ed effettivamente poco visibile dal turista medio, resta quindi poco adatto ad ospitare un info point turistico; considerando invece adeguato per questa funzione il piano terra di Casa Paternoster (ex tabacchino).
La posizione dell'immobile sito nella p.ed. 356 si presta per posizione scenografica rispetto alla piazza e alla Famiglia Cooperativa, ad oggetto di rappresentanza di quest'ultima; un piccolo gioiellino d'un ricordo passato dove, oltre all'attività di rivendita di alimentari, si andava a trattare la maggioranza dei beni in commercio. -“ Ala botegia se togeva tut ”- (anziano di Ton).
Per questi motivi al piano terra, si è scelto di riservare la parte delle ex vasche di miscelazione all'esercizio di una piccola farmacia; mantenendo così la funzione di “curare”, radicata nella memoria storica della popolazione (un tempo si acquistavano medicine per piante ed ora per le persone).
Nel deposito maggiore invece si è creato uno spazio adatto ad ospitare un eventuale bottega artigiana o un'attività commerciale (restauratore, falegname, calzolaio, erboristeria, fioraio, ferramenta).
Esternamente si ipotizza (burocrazia permettendo) una piccola pompa esclusivamente self-service di benzina/gasolio, due piccole cisterne interrate ed una essenziale colonnina di distribuzione.
La normativa vigente permette un ampliamento del 30% al volume esistente, altri m3 sono stati ottenuti livellando la copertura del deposito con l'altezza delle ex vasche di miscelazione. Il nuovo solaio che si andrà a creare, fungerà da piano calpestio per la costruzione del primo piano, uno spazio open space con servizi e terrazza (ottenuto sommando i volumi recuperati e concessi).
Si è scelto legno e vetro per le strutture emergenti ed il calcestruzzo per arginare il terreno con un muro di contenimento ad est. Si è creato quindi un ambiente flessibile, facilmente arredabile come: sala consigliare ed ufficio direzionale per la famiglia cooperativa, mini appartamento o in ulteriore alternativa ufficio commerciale.
La flessibilità del primo livello è ulteriormente sottolineata dal particolare rivestimento della facciata ovest, in questa zona la grande vetrata è protetta da assi in legno, che con un semplice sistema di aggancio/sgancio possono velocemente essere tolte, variando il grado di permeabilità alla luce ed intimità degli ambienti interni.
Il volume superiore infine è caratterizzato dalla forma a “cannocchiale”, sorta come reinterpretazione dell'asse visuale che nasce a nord con Castel Thun e a sud dalla Forra della Rocchetta. Quest'ultimi, malgrado la posizione apparentemente sfortunata del edificio esistente, restano ben visibili dalle terrazze del primo piano ipotizzato.
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